PERIODO FIGURATIVO

Dopo un iniziale periodo giovanile caratterizzato da una rappresentazione figurativa naif e fauve nei colori, la formazione artistica lo evolve verso una produzione figurativa rispettosa dei canoni classici, tipica delle accademie e dei licei artistici. Le opere di questo periodo ne sono la dimostrazione più evidente.

PERIODO GIOVANILE

PERIODO POST-LICEO ARTISTICO

L’amicizia con il conterraneo pittore Matteo Pedrali, noto esponente del “Chiarismo Lombardo” avvicinano il Labianca a questa corrente. La rappresentazione figurativa ora diventa più frammentata, il cromatismo sempre più diafano e il colore bianco il Punto d’arrivo.

PERIODO CHIARISTA

Dal 1995 al ’98, abbandona la pittura e si dedica quasi esclusivamente alla grafica, dove consegue importanti riconoscimenti e premi a livello nazionale.

PRIMI PREMI NAZIONALI

PERIODO DEI COLLAGE POLIMATERICI

“ La frammentazione fisica “ è il tema più ricorrente delle opere di questo periodo; una frammentazione fisica vista soprattutto attraverso il declino del corpo femminile trasformato dalla lente deformante della fantasia in forme anatomiche fluttuanti in un’atmosfera irreale di colori caldi e sfumati.
Soltanto un frammento (in genere del viso della donna) appena accennato, mantiene la sua integrità e pare assistere a questa metamorfosi con una sorte di distaccato stupore, di indifferenza consapevole e dolorosa che rifugge da facili emozioni, grazie all’autore che sa trattare questo tema con maestria e stile.
L’opera finale, frutto della ricomposizione e della ricucitura dei frammenti quasi sartoriale, riconduce al dominio sull’istinto, sull’ informe e sul caos sentimentale, per impedire ogni arbitrarietà al raggiungimento approfondito di interiorità fino a zone inesplorate.

PERIODO DELLA POESIA ICONICA

Le ultime opere dell’ultimo periodo appaiono subito all’osservatore prive di casualità, ma frutto di impostazioni preordinate e cerebrali, dove la tela-pagina si presenta come una superficie nobilitata da segni e aggregazioni formali che si articolano e sviluppano come un linguaggio vero e proprio, dove è evidente il rapporto tra la forma grafico-pittorica e la struttura metrico-lessicale della scrittura in genere e della poesia in particolare.
Negli alfabeti pittorici di Labianca il segno è solo un indizio o, talvolta un rimando alla potenza evocativa della parola, in un’ ideale parabola che va dal segno fino ad una forma comunicativa vera e propria, che l’insieme degli stessi determina
Si instaura, così, un dialogare tra l’opera e lo spettatore in cui è quest’ultimo ad intessere le trame del rimando interpretativo suggeritegli dall’opera stessa. E’ lo spettatore a farsi epicentro della sintesi interpretativa dal quadro; sintesi soggettiva e quindi mai oggettiva o casuale. E’ nella mente dello spettatore che l’opera, apparentemente tecnica e meccanica si trasforma, in opera poetica. L’osservatore è così rivelato!